Il Museo

Il saluto del Direttore

Attorno agli anni sessanta, un piccolo miracolo mediatico  portò alla ribalta nazionale e internazionale il nome e la popolazione di Gurro. Il miracolo fa riferimento alle origini del paese, derivate dall’insediamento di un gruppo di mercenari scozzesi, al soldo di Francesco 1° di Francia, rifugiatisi sui monti della Cannobina, dopo la sconfitta subita a Pavia nel 1525.
Si cercarono e si individuarono alcuni riscontri storici nel tipo di costume portato dalle donne, nei cognomi di alcuni abitanti del paese, nel sistema di recinzione di campi e pascoli…
Apparvero articoli su riviste nazionali, la stessa BBC venne a girare un documentario, qualche studente inglese preparò la propria tesi di laurea…. Il culmine fu raggiunto da una fastosa e mai dimenticata cerimonia di gemellaggio con la Scozia, che portò alla adozione di Gurro nel clan scozzese Gayre.
La leggenda scozzese, pur avendo perso parte del suo valore storico, non ha comunque perso il suo fascino e continua ancora oggi a convogliare a Gurro numerosi visitatori: la curiosità dell’esotico probabilmente non troverà soddisfazione, ma i visitatori potranno godere della bellezza di una natura incontaminata, della musica delle acque che scorrono veloci nel torrente principale e negli infiniti riali, del panorama che si apre dal verde intenso della valle alla vetta frastagliata del Gridone.
La conca di Gurro accoglie il visitatore e gli propone una visita del paese attraverso le sue strette viuzze: abitazioni talvolta ultracentenarie, come quella che ospitò nel 1420 S. Carlo Borromeo e ridotta ormai a poco più che rudere, tetti in piode che faticano a reggere il peso dei sassi e degli anni; anziane signore che scivolano silenziose nei loro antichi costumi…
La visita al Museo Etnografico di Gurro e della Valle Cannobina diventa non solo un gesto di cortesia, ma un passo dovuto per comprendere i luoghi e le persone. Gli oggetti umili della vita quotidiana che sono esposti parlano del duro lavoro degli uomini e delle donne, così tenacemente attaccati alla loro terra; parlano della intimità della vita familiare attorno al fuoco; parlano della gioia di vivere che si manifesta nella ricchezza e nella tonalità dei costumi; parlano di qualche grande avvenimento che ha segnato il paese, come la visita di S. Carlo o le guerre, o le forti migrazioni.
Sarà questo il ricordo che il visitatore porterà con sé e l’impegno della nuova Commissione del Museo è fin da subito quello di rendere questa visita ancora più piacevole e ricca, migliorando la sicurezza del Museo e dotandolo, se possibile, di nuovi cimeli.

Il Direttore
Nicolussi Rossi Adolfo


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